L'euro ha superato la soglia di 1,07 dollari per la prima volta da metà settembre, sostenuto da una crescita occupazionale statunitense più debole del previsto, che ha rafforzato la convinzione che la Federal Reserve abbia terminato i rialzi dei tassi di interesse. Il 1° novembre, la banca centrale statunitense ha mantenuto il tasso sui fed funds per la seconda volta consecutiva, considerando i segnali di un graduale allentamento del mercato del lavoro e di un rallentamento dell'inflazione. In Europa,
anche la BCE ha lasciato invariati i tassi d'interesse per la prima volta in oltre un anno in ottobre, ma ha ribadito il suo impegno a mantenere i costi di finanziamento a un livello restrittivo per un certo periodo di tempo. Il mese scorso l'inflazione nell'area dell'euro è scesa più del previsto al 2,9%, avvicinandosi all'obiettivo del 2% fissato dalla BCE. Nel frattempo, i dati preliminari hanno rivelato un'inattesa contrazione dello 0,1% del PIL dell'Eurozona nel terzo trimestre, peggiore delle previsioni di una lettura stagnante. In Germania, l'economia si è contratta dello 0,1%.
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