Le azioni statunitensi hanno chiuso positive

 

Le azioni statunitensi hanno guadagnato per il secondo giorno, dopo un ampio sell-off all'inizio della settimana, mentre gli operatori hanno valutato un'altra serie di risultati aziendali e di dati

 macroeconomici per ottenere ulteriori indicazioni sul futuro percorso della Fed. L'S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,6%, il Dow ha guadagnato 349 punti e il Nasdaq è salito dello 0,3%. Le vendite al dettaglio sono calate più del previsto a dicembre e le richieste di sussidi di disoccupazione sono state più basse del previsto la scorsa settimana, sostenendo i Treasury statunitensi e un certo sentimento di rischio per le azioni. Le azioni del settore energetico e quelle bancarie sono state tra i titoli che hanno guadagnato di più, con ExxonMobil e Wells Fargo che hanno guadagnato rispettivamente il 2,9% e il 7,3%. Alphabet è scesa del 2,1% dopo che Third Point ha sciolto la sua partecipazione nella società, mentre le notizie secondo cui il creatore di ChatGPT OpenAI starebbe pensando di lanciare un motore di ricerca hanno messo sotto pressione le azioni. Sul fronte degli utili, Cisco è scesa del 2,4% dopo che la sua guidance per l'intero anno è stata inferiore alle stime e Deere & Co ha perso il 5,2% dopo aver fornito un outlook negativo per l'intero anno.

Il FTSE MIB è salito dell'1,17% per chiudere vicino alla soglia dei 31.700 giovedì, raggiungendo nuovi massimi che non si vedevano dal 2008, alimentati dall'ottimismo degli operatori nel digerire i nuovi risultati societari. Le azioni di Stellantis sono salite di quasi il 6% dopo che la società ha annunciato un nuovo buyback e un aumento del dividendo, nonostante l'avvertimento di un anno turbolento. Inoltre, Prysmian ha guadagnato circa il 4,7% dopo l'annuncio di contratti finalizzati con Amprion, per un totale di circa 5 miliardi di euro su tre ordini. Inoltre, Telecom Italia (+0,4%) ha chiuso in territorio positivo grazie ai risultati finanziari dell'ultimo anno migliori del previsto. Al contrario, Interpump Group è stato il maggior ritardatario della sessione, con un calo di quasi il 4%, a causa dei deboli risultati del quarto trimestre 2023 e delle previsioni di crescita stagnanti per il 2024.